giovedì 15 marzo 2012

Appigli precari. Parliamo di Linkedin.

Noi, come Tom Cruise, scaliamo pareti a specchio
Una giornata di assenza, ma giustificata. Ieri è stata la giornata delle palpitazioni, delle grandi emozioni, delle ciliegine sulla torta alle 8 di sera. Ma, essendo profondamente scaramantica, preferisco lasciare il beneficio del dubbio, che poi magari non si risolve in niente, ci rimango male, mi incazzo, e tutto il resto. Quindi, andiamo oltre. Era solo una giustificazione, un po' vaga, della mia assenza...un po' come si faceva al liceo.

Nello scorso post, ho accennato la mia intenzione di parlare del famigerato Linkedin, social network professionale che è ancora poco conosciuto in Italia (rispetto ad altre realtà), ma che spopola invece oltreoceano e in tutto il resto d'Europa. Ma si sa, noi italiani siamo stati i primi a fare tutto il resto, ma gli ultimi a sapere le cose. Polemica a parte, di cosa si tratta?

Per chi non lo sapesse (ma un po' dubito, visto che i precari sanno sempre tutto in materia lavoro), Linkedin è una rete professionale che permette a ciascun iscritto di mettere online il proprio curriculum vitae, con tanto di foto del profilo, skills (mi odio quando uso parole straniere, ma tant'è), segnalazioni da parte dei datori di lavoro e tutto il resto. A differenza di quello che un buon 30% degli iscritti a Linkedin pensa (e ve lo dico, perchè mi è successo almeno una decina di volte), ossia che sia un'altra piattaforma del cazzeggio - dove chiedere l'amicizia è in sostanza un modo più polite per broccolare, visto che occupandomi di comunicazione DIFFICILMENTE ho occasione di confrontarmi con Sales Manager e Avvocati - questo social network professionale ha dalla sua tanti pregi e anche un paio di difetti. Se da una parte è un'interessante vetrina, che ti permette di entrare in contatto con nomi illustri del tuo ambito lavorativo e "farti vedere" da aziende prestigiose (costruendo così una fitta rete di contatti), dall'altra però, almeno nella versione basic, ci sono un paio di segnalazioni negative da fare.

Prendiamo, ad esempio, la "nuova" sezione relativa alle offerte di lavoro (ancora in fase beta, va detto) che potrebbero interessarmi: è in realtà molto poco curata. Ossia, se è vero che Linkedin mi fa inserire parole chiave nel mio profilo per facilitarne la rintracciabilità (quali le mie competenze, le ultime esperienze di lavoro, ecc.), per quale motivo non esiste un'attinenza tra queste e le eventuali proposte di lavoro che potrebbero interessarmi? Per fare un esempio concreto, nel mio caso, tra le offerte di lavoro, mi arrivano mi richieste come Controller acquisti e Marketing e, cito, Direttore di Stabilimento Settore Ceramico. Mmm, sembrerebbe che ci sia qualcosa che non quadra. Ma ripeto, essendo una versione beta, l'errore è legittimo. 

Uno strumento che trovo utilissimo, invece, è la possibilità di seguire le aziende (che, ultimamente anche in Italia, pubblicano i loro annunci di lavoro su Linkedin) creare gruppi e affiliarsi a questi ultimi. Nella maggior parte dei casi, sono risorse interessanti, ti permettono di interagire con specialisti e con altri "colleghi" del tuo settore. Tuttavia, e questo va detto, molto spesso si trovano anche veri e propri "muri del pianto", che un po' sminuiscono il senso del gruppo in quanto tale. Prendo il caso a me più vicino, "Job Seeker Lombardia": ecco, se da una parte è uno strumento discreto per mettere in contatto datori di lavoro e lavoratori, dall'altra è spesso utilizzata dagli utenti - il cui livello di alfabetizzazione, molto spesso, mi lascia perplessa - come luogo in cui piangere le proprie miserie e le proprie situazioni di difficoltà. Ragazzi, mica è alfemminile.com o yahoo answer! 

Diciamo che, tutto sommato, la piattaforma è funzionale e sta sempre più prendendo piede nel nostro Paese, il che è solo un bene.

Un altro appiglio, ovviamente precario, a cui aggrapparsi.
Ma tant'è.


martedì 13 marzo 2012

Precario è il mondo. Dei siti di ricerca di lavoro.

Perchè noi precari siamo tutti un po' Rocky Balboa
E un nuovo giorno inizia. Mi sono permessa di parafrasare nel titolo di questo post la canzone di Daniele Silvestri, Precario è il mondo, consigliatami giusto ieri dalla mia "collega di precariato" Stefania (e di cui consiglio caldamente la lettura attenta del testo, grazie Ste!), per parlare di un tema con cui tutti noi, razza precaria, siamo costretti a confrontarci prima o poi: la ricerca di lavoro sui motori di ricerca online.

Sì insomma, i vari Infojobs.it, Careerjet.it, Monster.it, Lavori Creativi (per il mio campo specifico), eccetera eccetera eccetera. Il mondo del web pullula di annunci di lavoro, sembra quasi che le aziende si accapiglino per  far entrare nel loro team questi giovani e promettenti lavoratori (nella maggior parte dei casi, con almeno uno o due anni di esperienza nel campo). Peccato che poi, quando decidi di rispondere ad un'inserzione, la tua candidatura venga risucchiata in una sorta di buco nero e mai, mai, mai riceverai una risposta. Neanche un risponditore automatico che ti dica: "Ok, grazie mille!". Anzi, nel caso in cui il risponditore automatico c'è, a momenti ti commuovi. E un po' pensi: "Quasi quasi gli dico grazie!". In questi ultimi 4-5 mesi, nelle pause di lavoro, i motori di ricerca sono stati il mio pane quotidiano. Penso di aver accresciuto i dati di accesso dei suddetti siti in modo esponenziale, spulciando qualsiasi offerta che  potesse avvicinarsi, anche lontanamente, al mio campo.

E' così che voglio dedicare il post di oggi ad una brevissima analisi di questi principali motori di ricerca, per confrontarmi con voi e capire la loro effettiva utilità. Ma ciance a parte.

Cominciamo.
Una pagina tipo di Infojobs.it
  • Infojobs.it: Forse uno dei principali e più usati motori di ricerca per il lavoro. Per quanto riguarda la precisione e la ricerca per filtri, forse è uno dei portali meglio organizzati. La ricerca al suo interno è molto chiara e semplice, disposta su quattro colonne con data d'inserzione, tipo di lavoro, luogo e azienda committente (nella maggior parte dei casi, agenzie interinali). Molto spesso, fortunatamente, esiste la possibilità di visitare il sito dell'azienda, in modo da scoprire subito se si tratta di un annuncio fuffa o di una VERA opportunità di lavoro. C'è solo un piccolo problema, a mio avviso non proprio piccolissimo: prendiamo il caso del mio campo di ricerca, quello inerente alla "comunicazione". Nella macro-categoria, il settore è identificato come "Marketing e Comunicazione". Ok. Ma nel momento in cui voi siete nella vostra pagina e provate a cliccare sul filtro "Comunicazione", non è difficile incappare in annunci di ricerca di "Sales&Marketing Analyst"o di "Assistenti Marketing". E io, che ho divorato libri di McLuhan e non so neanche come abbia fatto a superare l'esame di Economia Politica, di marketing non ho mai studiato una fava. E' un bel problema. E provate a fare il procedimento inverso: non è detto che non troviate l'annuncio che vi interessa in "Marketing"! Il problema, in realtà, non è neanche di Infojobs.it, quanto delle aziende che pubblicano gli annunci. L'impegno di Infojobs quale dovrebbe essere allora? Probabilmente semplificare il form di compilazione per le aziende, in primis, e fare in modo che il campo di compilazione "Tipo di contratto" non rimanga "da definire", ma che obblighi l'azienda a specificare se si tratta di uno stage (retribuito o formativo), di un progetto, di un determinato, di un partita IVA, ecc. Perchè se il motore di ricerca serve, è soprattutto alle persone che CERCANO lavoro. Tutto sommato, penso che comunque Infojobs.it rimanga un buon sito.
  • Una pagina di Careejet.it
  • Careerjet.it: Anche questo tra i principali motori di ricerca per il lavoro, probabilmente a livello estetico più chiaro e pulito di Infojobs.it, almeno in homepage. Primo punto a grandissimo favore di Careerjet.it: il fatto che, nel mio caso specifico, distingua il Marketing e Relazioni Pubbliche da Media e Pubblicità. E ragazzi, credetemi, non è una cosa così scontata. Rispetto ad Infojobs, ci troviamo di fronte ad una ricerca per filtri molto più scarna: oltre all'area geografica (che è il minimo), l'unica possibilità di filtro sono le tipologie di contratto e di orario di lavoro nella stessa casella. Questo però può indurre in inganno: magari l'utente seleziona solo la tipologia di lavoro (ad esempio Full Time), escludendo la possibilità di selezionare la tipologia di contratto (ad esempio, Determinato) pensando che l'una escluda l'altra. Sappiate, nel caso, che non è così: pur essendo nella stessa casella, sono due filtri distinti. Diciamo che potevano anche sforzarsi a fare due caselline separate, eddai. Altro punto a suo favore, è il fatto che Careerjet funga da VERO MOTORE DI RICERCA: il sito, infatti, rimanda diretto all'annuncio (magari direttamente nella sezione lavoro delle aziende) e permette di candidarti in modo autonomo senza l'obbligo di passaggio tra intermediari (cosa che, invece, accade con Infojobs.it). Per quanto da rivedere sotto alcuni punti basilari (si vedano i filtri), Careerjet.it può essere comunque promosso in piena regola.
    Una pagina di Monster.it

  • Monster.it: Ecco, se c'è un motore di ricerca per i lavoratori che fa veramente SCHIFO, quello è Monster.it. Partiamo dal primo ENORME svantaggio: la pesantezza per aprire la homepage e tutte le pagine collaterali. E io non sto navigando a 56k, ma con una buona ADSL veloce. Ma andiamo oltre. Entriamo nella parte relativa agli annunci (Annunci>Sfoglia annunci...e di fianco una trafila di roba di cui non te ne frega assolutamente NULLA, dal momento che la sezione "Profilo" è in alto, a cui posso accedervi comunque), e subito ci troviamo alla sezione filtri più incasinata della storia del web. Non riesco a capacitarmi del motivo per cui, subito dopo aver selezionato Regione e Città (tra l'altro, Milano è, nell'ordine: Milano, Milan, Area Nord-est di Milano, Milano Fiera...ehm...!), ci sia "Data di Pubblicazione" e "Titolo Annuncio" e NON "Settore", rifilato in basso, addirittura dopo l'azienda e la tipologia di contratto. Se sto cercando lavoro, mi è più utile capire quali offerte sono promosse per il mio settore, ancor prima di sapere quando è stato pubblicato l'annuncio. Ma sorvoliamo. Dopo aver trascorso gli ultimi 10 minuti ad applicare filtri, FINALMENTE escono i vari annunci. Peccato che, selezionando il mio settore (ossia, Broadcasting, Musica E Produzione Cinematografica), mi escano annunci come AGENTE DI COMMERCIO, ASSISTENTE ACQUISTI GIOIELLI e CAPO CANTIERE. Ho come la vaga impressione che ci sia un piccolo problema sui filtri di Monster.it. Ma proprio piccolo. La mia pazienza ha un limite, dunque Monster.it è stato BANDITO dal mio elenco dei motori di ricerca. 
Diciamo che il mondo del web è veramente saturo di portali di questo tipo e analizzare caso per caso è davvero impossibile. E poi quello che dico non è oro colato, quindi se avete voglia di controbattere, sono più che contenta. 

Prossimamente, voglio invece concentrarmi su una "nuova" (ovviamente per l'Italia) tipologia di ricerca di lavoro, che è quella offerta da Linkedin, social network per professionisti. E anche lì, ogni tanto, c'è puzza di marcio.

Ma risparmiamo il fiato per il prossimo post. Anche perchè devo riprendere la mia fase di ricerca.
Non su MONSTER, ovviamente! ;) E magari iniziare ad alzare un po' il culo, andando a spasso per qualche agenzia interinale...perchè se è vero che io parteggio sempre per l'evoluzione tecnologica, è anche vero che credo ancora nel vecchio confronto de visu. Per l'intesa di sguardi, la comunicazione non verbale e tutte quelle grandi menate. Che mi hanno allontanato dal marketing, ovviamente.

lunedì 12 marzo 2012

Un nuovo (e precario) inizio. Di ricerca di lavoro precario, s'intende.

Perchè noi precari la prendiamo così.
Ho buttato l'occhio alla data del mio ultimo aggiornamento di questo blog: 25 gennaio 2011. E' passato più di un anno, il che vuol dire che per un anno circa sono stata occupata in uno stesso posto. Azz!

Un posto incredibile, devo essere onesta, sotto tantissimi punti di vista. Incredibile in senso positivo, perchè ho avuto l'occasione per oltre un anno di dare libero sfogo alla mia creatività, di sentirmi parte di un progetto VERO, di ricevere l'affetto, la collaborazione e il sostegno di un intero ufficio, di aver trovato un lavoro interessante e da cui difficilmente mi sarei separata. Insomma, mica cazzi. E poi c'è l'incredibile in senso negativo. Il rovescio della medaglia che, volente o nolente, c'è in tutte le cose: il guardarsi intorno e vedere una grande azienda che non investe sulle teste fresche, che ti asciuga per poi buttarti insieme agli scatoloni, dove sei un maledetto e inutile numero, dove vieni mandato a casa per far "quadrare i conti" e non perchè sei un incompetente. Perchè almeno, in quel caso, capisci che il problema è il tuo limite mentale.

Negli ultimi mesi, da quando mi è stato comunicato che non mi sarebbe stato rinnovato il contratto, non nego di aver trascorso uno dei periodi più allucinanti della mia vita lavorativa: è un po' come quando, da piccoli, ti viene dato un gioco meraviglioso, te lo spupazzi, ci dormi la notte, diventa parte di te...e poi si rompe, in mille pezzi. Non sarà più tuo, it's gone. E' una sensazione di vuoto, mista a rabbia. Cerchi di fartene una ragione, ma al tuo cospetto si presentano una serie di motivazioni che non riescono a farti compiere quel percorso: ricollocamento di persone che non hanno un cazzo da fare, ma che ...beh, hanno un contratto a tempo indeterminato e non puoi mandarle a casa. D'accordo, sarebbe ingiusto mandare a casa un lavoratore perchè l'azienda non gli ha dato più niente da fare per anni. A parte uno stipendio, anche dignitoso. E così la persona che dovranno ricollocare è quella che, CASO, ti sciatta la sedia da sotto il culo, dopo che comunque hai fatto il tuo percorso, ti sei vista crescere e sei diventata parte integrante di un bel team di lavoro.

Puff!

Ma così come me tanti altri giovani lavoratori, eh. Non voglio fare la martire, è solo lo specchio di una realtà disgustosa di cui parlo a ruota libera. E che ti lascia, oltre all'amarezza, anche un vuoto interiore incolmabile. Ma che ve lo dico a fare.

E dunque, eccomi di nuovo qui, alla ricerca di qualcos'altro. La mia giornata tipo? Non distacca da quanto raccontato qui, con la differenza che magari non gioco a Street Fighter IV e che quando mi alzo la mattina non mi piango addosso. Rispetto ad un anno fa, ho la consapevolezza che non è il mondo ad avercela con una povera laureata in stronzologia - come giustamente ha fatto notare Nina Zilli...che poi, da che pulpito... - ma che è solo questione di tempistiche. Ho maturato una certa idea, un po' fatalista, della situazione. Se non è ancora accaduto, è perchè forse c'è qualcosa di meglio ad attendermi.

Se il periodo è duro, io sono più dura di lui. Di esso. Sì, insomma, quella cosa lì.